Da novità assoluta a top player del segmento, la Moto Guzzi V85TT in poco più di 24 mesi è riuscita a convincere gli italiani (e non solo, dato il successo globale) che si può fare turismo anche con look e soluzioni tecniche più tradizionali. Nel corso del 2021 Moto Guzzi ha festeggiatoi 100 anni di storia, ma oltre ai festeggiamenti c’è stato di più. Infatti, la Classic enduro tourer di Mandello del Lario s’è aggiornata per rispettare la normativa Euro 5 e non solo. Com’è cambiata? Scopriamo insieme!
Il ruolo da protagonista - anche a livello visivo, come spesso accade per le Moto Guzzi – è interpretato dal motore bicilindrico a V di 90° disposto in maniera trasversale all’interno del telaio tubolare in acciaio e raffreddato ad aria. La cilindrata non cambia, in compenso c’è la nuova omologazione Euro 5 e una diversa “accordatura” a livello di set up. Scende leggermente la potenza, che passa da 80 CV a 76; in compenso sale il picco di coppia che passa da 80 a 82 Nm a 5.000 giri/min. Piccole differenze numeriche che all’atto pratico, stando a quanto afferma Moto Guzzi, porta un vantaggio ai medio/bassi regimi. L’obbiettivo è stato raggiunto con una diversa alzata delle valvole. Il resto? Tutto confermato, anche le valvole d’aspirazione in titanio e l’inconfondibile sound dei motori Made in Mandello.
ANCORA PIÙ ELETTRONICA Ma se a livello di hardware non ci sono novità, se si parla di elettronica qualcosa in più da dire rispetto al passato c’è. È vero, l’elettronica secondo i puristi dovrebbe essere ridotta allo stretto indispensabile, ma se questa c’è e aiuta nella gestione e migliora l’esperienza di guida che c’è di male? Sulla Guzzi V85TT arrivano due nuovi riding mode - Sport e Custom – che si aggiungono agli esistenti Pioggia, Strada e Off-Road. Il primo da un guizzo di brio in più, il secondo premette di personalizzare a piacimento traction control (escludibile), risposta dell’acceleratore e il livello d’intervento dell’ABS, che nella modalità di guida dedicata al fuoristrada può essere disinserito al posteriore e ha una taratura specifica per evitare interventi bruschi all’anteriore. Tutto si regola dai blocchetti elettrici ben fatti (anche se il posizionamento a sinistra sarebbe stato più comodo) e si controlla sul display TFT a colori da poco più di 4 pollici. Non è grandissimo, in compenso i caratteri sono grandi e ben leggibili… a patte che non ci sia il sole a picco, in questo caso la leggibilità ne risente a causa dei riflessi.
COME VA SU STRADA
Invariata la posizione di guida, che offre tanto confort grazie alla sella ben imbottita ma anche la giusta sensazione di controllo: il manubrio bello largo offre buona leva e la sella a 830 mm da terra (ben sagomata) è un lasciapassare per piloti quasi di tutte le taglie. Solo chi fatica a superare il metro e settanta sente il bisogno di quella ribassata. Visto che si parla di sella, anche la porzione riservata al passeggero mi convince. Leggermente avanzate le pedane, mentre il portapacchi fa da maniglione.